Camere tonali o legno solido?

Questa estate ho trovato un po di tempo per proseguire dei test sperimentali iniziati qualche anno fa su legno, analisi di timbro e meccanica delle vibrazioni.

Ho trovato un software che separa i contenuti armonici dello spettro sonoro, proprio quello che mi serviva, così ogni suono può essere facilmente valutato associato ai suoi componenti armonici. Questi studi e prove sperimentali prendono un sacco di tempo e fatica, ma alla fine danno risposte molto interessanti. Non si tratta di scienza esatta, ma di conferma di alcune intuizioni e delle indicazioni.

Gli strumenti musicali sono “macchine” complesse ed i fattori legati alla loro sonorità sono legati assieme dinamicamente. Fare delle analisi ed avere maggiore conoscenza e competenza è per me il modo migliore di padroneggiare i materiali e le soluzioni per ottenere i risultati voluti.

Con queste prove ho avuto diversi buoni risultati. Hanno bisogno di sedimentare ed essere elaborati e spero di condividerli in un prossimo futuro. Vi presento quindi un primo risultato molto interessante.

Ecco un test che ho fatto per vedere come la realizzazione di camere tonali influenzi la timbrica di uno strumento.

Il mio modo di fare le camere tonali è diverso dagli altri costruttori. Io la chiamo “multicameratura” (multichambering): molte piccole camere rotonde (buchi trapanati in verticale) in una struttura tipo nido d’ape.  Rispetto alla camera tonale unica questo sistema impedisce risonanze indesiderate a delle singole frequenze che possono essere problematiche, creando dead spots o picchi di risonanza.

Premetto che l’analisi è sul comportamento vibratorio di un campione di legno che rappresenta la cassa di uno strumento elettrico. Il modo in cui la cassa assorbe le vibrazioni e vibra influenzerà la vibrazione delle corde che la sollecitano con un grado di scambio che qui ora non affrontiamo. Concentriamoci solo sul comportamento acustico del legno.

Ho preso un pezzo di legno limba campione e ho dimezzato il peso totale asportando metà del volume totale facendo dei fori con una struttura simile a nido d’ape. Ho registrato il suono del campione ottenuto picchiettandolo in un punto preciso, prima e dopo l’operazione di “multichambering”.

In che modo le camere tonali influenzano la sonorità? Guardate la figura:

asse orizzontale=frequenza (da destra a sinistra=da bassa a alta),

asse verticale=tempo, decadimento del suono nel tempo

I colori indicano l’intensità e si va dal viola al rosso usando tutta la gamma di colori.

Quello che sapevo a riguardo delle camere tonali, prima di questo esperimento, lo definivo come un tono più “semiacustico” poiché è più libero di vibrare, con una timbrica più ricca di medie .

Ma visti i risultati ho capito chiaramente e con più precisione  quello che succede ed è possibile essere più precisi riguardo al “chambering”:

– abbassa il valore della frequenza di risonanza, rendendola anche meno pronunciata,

– la struttura del legno è più atta alla vibrazione quindi ci sono molte altre frequenze ed armoniche, il che significa tono più ricco e complesso.

– i bassi vengono notevolmente rinforzati.

– c’è una certa perdita di sustain sulla frequenza di risonanza ma una maggiore ricchezza di vibrazioni .

Guardando la mappa del tono Manne http:/www.manne.com./sound/ le camere tonali fanno spostare orizzontalmente a destra e verticalmente leggermente verso il basso.

Ecco un elemento da usare nella ricetta per ottenere uno specifico risultato.

Prima lo intuivo, ora ho una idea più precisa e dettagliata.

 

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